A 50
anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e a 20 anni dalla
pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, papa Benedetto XVI ha
indetto un “Anno della Fede”, che ha inizio l’11 ottobre 2012 e si
concluderà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re
dell’Universo. Ci domandiamo, perché un Anno della Fede? Lo
spiega il Papa stesso nella sua Lettera Apostolica “La Porta della Fede”. Gli uomini
di oggi vivono una profonda crisi di fede. Ma non solo. Anche nel tessuto
culturale ed economico, il richiamo ai valori ed ai contenuti della fede
cristiana si è smarrito ed in alcuni casi è osteggiato apertamente. Abbiamo
bisogno di ravvivare la fede e di rimetterla al centro della vita.
Ciò significa fidarsi un po’ più di
Dio e delle sue prospettive, che non delle nostre risorse. Fede, nella radice
ebraica della parola, significa “appoggiarsi”. Come per chi si appoggia
ad una roccia la fede è appoggiarsi a Dio, solo a Lui. E’ questo che è
fondamentale. Questa fede è certamente difficile, perché, ad un certo punto,
occorre fare un salto nel buio: scommettere sulla fiducia di qualcuno che può
darti risposte soddisfacenti agli interrogativi di fondo che ogni uomo si pone.
Blaise Pascàl, diceva che la fede è “saggia”
e “folle”
nello stesso tempo. “Saggia” perché ci sono buone ragioni per credere; “folle”
perché tali buone ragioni non sono mai sufficienti per obbligarci a credere: vi
è sempre un momento in cui si deve rischiare, si deve “scommettere”. La Fede , che si attualizza nella
carità, deve essere sollecitata dalla speranza perché diventi gioiosa, capace
di trasformarci dentro, mettendoci in movimento nelle cose da fare.
Proprio come diceva lo scrittore
francese Pegùy: egli paragona la
Fede e la
Carità a due sorelle più grandi che tengono per mano, in
mezzo a loro, la sorella più piccola, la speranza. Crediamo che
siano le sorelle più grandi a trascinare la speranza, ma in realtà è la sorella
più piccola che tira dietro la
Fede e la
Carità. Mi auguro che sia un anno di riscoperta cristiana per
un impegno personale e sociale serio e responsabile.